NIENTE DI STRAORDINARIO (1999)

ASSOCIAZIONE CULTURALE TEATRO SEGRETO
Direzione Artistica RUGGERO CAPPUCCIO

presenta il cortometraggio:

NIENTE DI STRAORDINARIO
Un uomo dialoga con i luoghi e gli oggetti, nel silenzio della sua memoria. La fanciullezza, l’adolescenza e la maturità gli appaiono nel piacere dell’abbandono al ricordo e gli permettono di intuire il senso profondo della sua vita.

Scritto e diretto da
Ruggero Cappuccio

con
Roberto Herlitzka     Claudio Di Palma

Nadia Baldi
Marco Rossi
Annamaria Senatore
Paola Greco
Katia Pietrobelli

Produttore
Enzo Porcelli
Direttore della Fotografia
Luigi Verga
Operatore Steadicam
Alessandro Bolognesi
Assistente operatore
Maurizio Cremisini
Fonico
Mario Iaquone
Riprese
Serramezzana nel Cilento e Furore sulla Costiera Amalfitana
Costumi
Carlo Poggioli
Truccatore
Clemente Oliva
Aiuto Regista
Immacolata Marolda
Organizzazione
Sabrina Codato
Gianfranco Strazza

Montaggio
Benedetto Atria
Musiche
Paolo Vivaldi
Durata 12’
35 mm Eastmancolor Dolby DS
formato Cinemascope
disponibile anche una copia sottotitolata in inglese
una produzione ALIA Film
con la collaborazione di TEATRO SEGRETO

NIENTE DI STRAORDINARIO

Soggetto e sceneggiatura originale di Ruggero Cappuccio

1.Il fiordo di Furore sulla costa amalfitana. Est.giorno.

Anni cinquanta.

Il mare, nell’imbrunire rarefatto di un pomeriggio di fine estate, dalla terrazza di una villa costruita sulla roccia. Il gioco affannoso e irregolare della risacca.

TITOLO

2.Il Fiordo di Furore. Est.giorno.

L’orizzonte viene indagato come da un lentissimo sguardo che indugia sulla torre di Conca dei Marini, sull’isola Dei Galli, sulle increspature livide e appena avvertibili delle onde.

3.Il Fiordo di Furore.Est.giorno.

Terrazza a picco sul mare.
Una bambina di otto anni, capelli chiari, occhi chiarissimi, siede accanto ad un vecchio tavolo di paglia. Ha un’aria svogliata. Sta scrivendo qualcosa su pezzi di carta sparsi. seguiamo il movimento della sua mano, della penna che scorre sulla carta, mentre intravediamo sullo sfondo di un colonnato ottocentesco due uomini seduti accanto ad un tavolino sbiadito.
Le loro immagini sono assolutamente fuori fuoco.

Donna.Voce.Off.

Mi annoio.Mi annoio.Mi annoio.
Qui non c’è niente. Non c’è nessuno.

TITOLI DI TESTA

MUSICA.Un movimento sospeso e dilatato di archi.

4.Fiordo di Furore.Est.giorno.Terrazza.

Le figure dei due uomini si delineano con maggiore leggibilità. Le vediamo in avvicinamento, alle spalle, mentre osservano il mare e sorseggiano caffè.

Donna.Voce off.

Mia madre se ne sta tutto il giorno
con le sue amiche, a dormire.

5.Fiordo di Furore.Esterno.giorno.Terrazza.

Una giovane donna molto somigliante
alla bambina, è distesa su una sdraio.
Dietro e intorno a lei altre donne, nello
stesso immobile silenzio. Tutte hanno gli occhi chiusi.

Donna. Voce off.

Non sento niente.Niente.
In fondo a me, non sento
niente.

6.Fiordo di Furore.Est.giorno.Terrazza.

Di nuovo i due uomini appena intravisti. Quello più giovane sembra dormire. L’altro è in piedi, di spalle, guarda lontano. Il vento frusta le pagine di un vecchio notes abbandonato sul tavolino.

FINE TITOLI

Donna.Voce off.
Diciannove.Mercoledì.
Niente di straordinario.
Ecco: scrissi così.
Ricordo tutto di quel pomeriggio.
Tranne la mia faccia. Da
bambina non mi specchiavo mai….
Mio zio! Era stato tutto il
giorno a parlare con il suo ospite.
Credevo che fossero amici,
ma una volta avevo sentito dire che era
un medico. Ho solo una certezza. Veniva alla villa
tre volte a settimana. Mio zio parlava. Lui scriveva.

7.Il Fiordo di Furore. Est.giorno.

Musica.Archi in malinconia.

Un sentiero traboccante di piante rampicanti, gerani, rose. L’immagine di un giardino poco curato. I due uomini camminano volgendoci le spalle.Le immagini dissolvono in……

8. I Fiordo di Furore. La spiaggia. Est.giorno.

Musica continua.
I due uomini guardano il mare. Il medico resta sempre di spalle. Le immagini dissolvono in….

9. Il Fiordo di Furore. La scala ricoperta di edera.Est.giorno.

Musica continua.
I due uomini discendono lentamente attraverso ripidi gradini. Le immagini dissolvono in…

10. Il Fiordo di Furore. La cavea di roccia a pelo d’acqua. Est.giorno.

Musica.Sfuma e dissolve nell’andante della risacca. I due uomini sono seduti accanto ad un tavolo.

Lo zio.

Io amavo quella casa….Era in campagna…
In campagna…In un piccolo paese…
E c’era un giardino molto…. La
sto annoiando…Comunque la casa non
esiste più. Demolita. In quattro giorni.
Demolita. Vede quelle pietre?

11.Fiordo di Furore. Particolari architettonici della villa.Est.giorno.

Il pozzo, i capitelli, i portali.

Voce off. Dello Zio.

Vengono tutte di là. Si…. Da quella
casa… Pezzo per pezzo… Ho portato tutto
quaggiù… Tutto…. Le vecchie botti della cantina….
I vasi di terracotta…. Perfino gli interruttori
di porcellana… Quelli di una volta…

12.Fiordo di Furore. La cavea a pelo d’acqua.Est.giorno.

Il giovane uomo guarda il suo interlocutore. Tace. Sorride. Indica con lo sguardo
un balcone montato sul precipizio della roccia.

Lo zio.

Il balcone… Lassù… Stava lì
anche quello…

La bambina si affaccia tenendo la fronte in mezzo ai bastoni arrugginiti
della vecchia ringhiera. Lo zio la saluta. Lei gli risponde. In avvicinamento si procede verso un primo piano del viso della bambina.

Lo zio.

Da bambino…Tutte le
domeniche…Quando abitavo
in quella casa…Me ne stavo
per ore su quel balcone…
Affacciava su una piccola piazza…

13.Flash-back virato nella dissolvenza tra il viso della bambina e quello dello zio che si rivede a nove anni.

Musica. Archi sospesi. Un violino.

La stessa ringhiera vista nella villa di Furore, incassata nella facciata di
un antico palazzo gentilizio.

Lo zio.Voce off.

A quell’ora… Di pomeriggio… Con quel caldo…
Dormivano tutti…
Ma io e lui…

L’immagine, del balcone, di un vecchio seduto su una vecchia sedia di paglia mentre suona il violino.

Lo zio. Voce off.

Io e lui no.

Il bambino affacciato al balcone visto dal luogo in cui siede il vecchio nella piazza. Il bambino gli getta una moneta. Il vecchio la raccoglie.
Lo vediamo in primo piano sorridere al bambino che sorride a sua volta. In sottofondo le cicale.Le immagini dissolvono in…

14. Fiordo di Furore. Est. giorno.
Musica. La risacca del mare.

Il viso della bambina ancora affacciata al balcone. Il volto dello zio che le sorride e la saluta. Lei saluta e corre via.
Lo zio

Tutto demolito…
Per una strada… Come si dice…
A scorrimento veloce…
Sa, il bene della comunità…

La m.d.p. ruota intorno al tavolo dove i due uomini sono seduti. Il medico
è sempre di spalle.
Lo zio

L’ultima volta che sono stato in quel paese.
L’ultimo giorno che quella casa è stata in piedi,
ho carezzato quella ringhiera…
Ti accompagno a guardare
il mare, le ho detto…
Portai tutto qui. Anche il
vecchio. Prese il suo violino…

I due uomini sorseggiano caffè.

15.Fiordo di Furore.Est.giorno.Flash-back virato. Il suonatore di violino guarda il mare.

Lo zio.Voce off.

Si svegliava prestissimo. Usciva
sempre a piedi. Anche con la
pioggia. Se ne andava in giro.
per i ristoranti della costa…
Suonava… Guadagnava qualcosa….
Tornava prima di sera….
Parlavamo poco…
Vede quella scala? Una
mattina ci ho trovato
il suo cappotto… Il suo violino….
E il cappello con gli spiccioli
del giorno prima….
Lo hanno ripescato verso sera.
Dietro quel promontorio. Si era
ammazzato. D’altra parte, da quando…

16. Fiordo di Furore.Cavea a pelo d’acqua.Est.giorno.

Le immagini dissolvono sui due uomini seduti al tavolo. La m.d.p.ruotando intorno al tavolo svela finalmente la faccia del medico.
Scopriamo che è identica a quella del suonatore di violino.

Lo zio

Questa è la mia malattia:
rivedere nel volto delle persone
che mi ascoltano con pazienza,
la faccia delle persone che ho amato.
E’ un bel dono non le pare ?
In fondo io non la pago
affinchè lei mi guarisca.
Io la pago perchè lei mi
aiuti a rimanere malato.
Guardi….
Le mura della villa. Le terrazze.

17. Fiordo di Furore.Est.giorno.

Le finestre. I loggiati della casa.

Lo zio. Voce off.

Questa casa sembra deserta
eppure c’è un mucchio di parenti
che aspetta la mia morte.
Crederanno di abitare qui. Dopo di me.
Non ci abiteranno facilmente.
Per farlo bisogna capire il silenzio.

Le immagini delle mura dissolvono in….

18. Fiordo di Furore.La cavea a pelo d’acqua.Est.giorno.
Musica. Archi in malinconia.

Ritroviamo il medico in piedi mentre ci da le spalle e guarda il mare. Lo zio addormentato sulla sdraio. Il notes che sventola sul tavolino.
Il campo si allarga fino al balcone, divenuto osservatorio della scena.
L’inquadratura è per il balcone vuoto. All’orizzonte, il mare.

Voce off. Bambina adulta.

Quel pomeriggio, mio zio, morì.
Ci fu confusione in casa….
Rubai il quaderno del
dottore…..
Sono passati ventidue anni da
allora. Oggi,
finalmente, ho trovato il
coraggio di leggere.Ora va
un pò meglio.
Torno qui ogni estate, a
guardare le pietre….
Da molto tempo ho scoperto
che questo è l’unico posto
al mondo in cui non mi
annoio….
Certe notti mi sveglio all’improvviso,
con la sensazione che il mare
sia entrato nel mio letto….
Naturalmente è solo una sensazione.
Eppure, tutte le volte che mi succede,
la mattina scopro che il
mare è stato grosso…. Che
le onde hanno raggiunto la
terrazza alta, che hanno bagnato
il vecchio pozzo. Si, ogni notte
che il mare raggiunge
questi pezzi di pietra, io mi
sento raggiunta dal mare.
Adesso so quanto
amore ci possa essere tra tutto questo e me.
Quanto amore ci possa essere nei silenzi…
Come questa notte in
cui il mare è entrato nella mia stanza.
Come questa notte in cui ho ripreso
il mio diario dove lo avevo lasciato
ventidue anni fa…. Da quell’ultima frase….
Mercoledì 19.
Niente di straordinario.