DON CHISCIOTTE (2011)

RAI5: ROBERTO HERLITZKA E LELLO ARENA IN “DON CHISCIOTTE”

di Ruggero Cappuccio
regia Nadia Baldi

progetto scena
Nicola Rubertelli

Musiche
Paolo Vivaldi

Costumi
Salvatore Salzano

assistenti alla regia
Iolanda Salvato
Adriana Follieri

Luci
Franco Polichetti

Fonica
Mario Parascandalo

Macchinista
Alfonso Borza

Assistente costumista
Michela Chirico

direttore di scena
Fabio Maffei

Organizzazione
Lia Zinno

 

Sinossi
SONO ROBERTO HERLITZKA E LELLO ARENA I PROTAGONISTI DELLA PIÈCE FIRMATA DA RUGGERO CAPPUCCIO E DIRETTA DA NADIA BALDI “DON CHISCIOTTE”. LA VICENDA È QUELLA DESCRITTA DA MIGUEL DE CERVANTES, MA CAPPUCCIO LA REINTERPRETA DIROTTANDOLA AI GIORNI NOSTRI E CARICANDOLA DEL SUO STILE SEMPLICE MA RICERCATO, ALTO E ASCIUTTO, VAPOROSO E SENZA TEMPO.

“Il testo – dice l’autore – si concentra sul conflitto tra modernità efferata e umanità poetica, sulla solitudine, l’illusione, l’alienazione nel lirismo di una realtà che non è più o che non è mai stata, ma vive fresca nella memoria come ricordo presente”.

L’eroe fragile e allampanato, interpretato da Herlitzka, si chiama Michele Cervante ed è un professore universitario e studioso di letteratura epica, posseduto dall’anima dell’hidalgo de la Mancha. Emarginato da una società che lo respinge quotidianamente, il protagonista perde contatto con il mondo reale. La sua energia visionaria lo conduce contro mulini inesistenti, in un’osteria che gli appare nella possanza di un castello e al soccorso dell’amata Dulcinea, fino alla conquista morale del suo scudiero.

Questi, qui chiamato Salvo Panza e interpretato da Lello Arena, è un uomo qualunque, che prima cerca di riconsegnarlo alla cosiddetta normalità, ma poi vorrebbe anche lui vedere il mondo con gli occhi del cavaliere. Per la regista Nadia Baldi “Don Chisciotte e Salvo Panza sono collocati in uno spazio indefinito, mossi su un piano metafisico e ostinatamente rituale nei gesti e nei modi. L’esaltazione della meccanicità ossessiva dei personaggi li sospinge nella leggerezza della fantasia”. Lo spettacolo è stato registrato nei locali dei laboratori e magazzini di scenografia dei Cerchi del Teatro dell’Opera di Roma, con la regia televisiva di Giovanni Ribet.

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