VISIONI SEGRETE
presenta
Shakespea Re di Napoli
Premio Opera Imaie 2007
Drammaturgia e regia
Ruggero Cappuccio
con
Claudio Di Palma e Ciro Damiano
Musiche
Paolo Vivaldi
Direttore della Fotografia
Giovanni Ragone
Montaggio
Maria Fantastica Valmori
Costumi
Carlo Poggioli
Costumi Ballo
Sibilla Ulsamer
Spazio scenico
Teatro Segreto
Aiuto regia
Nadia Baldi
Assistente audio-video
Giampaolo De Siena
Ufficio Stampa
Silvia Signorelli – Viola Sbragia
svs.stampa@tiscali.it
Produzione teatrale
Teatro Segreto s.r.l.
info@teatrosegreto.it
Edizioni Musicali
Flipper Music
Shakespea Re di Napoli
Prima assoluta
Festival di Santarcangelo
diretto da Leo De Berardinis
luglio 1994
Riprese televisive
Festival Benevento Città Spettacolo
diretto da Ruggero Cappuccio
settembre 2006
Shakespea Re di Napoli
pubblicato da
Einaudi Editore 2002
Sinossi
Shakespea-Re di Napoli nasce da questo perché: la morte è quel sogno ad occhi chiusi che nella vita facciamo ad occhi aperti. Il mio difetto è credere solo negli aldilà, oltre il visibile, il reale, la parola, il teatro. Le sabbie. Il Seicento. La peste. Un quadro. Un baule. L’inchiostro sbiadito sulla carta riarsa dal sale marino. Una nave affondata. Un anello perduto. Desiderio e Zoroastro: due amici sorpresi nell’abbraccio di un addio e di un ritorno. L’Inghilterra. Il genio. La bellezza.
I Sonetti di William Shakespeare. Le lettere dell’eros. Tutto fiammeggia in una lingua che è intima di un’idea della partitura, della concertazione, del suono, in cui i sensi impongono una comunicazione intuitiva fondata sull’indicibile del compositore, l’indicibile dell’interprete, l’indicibile dell’ascoltatore. Solo il non detto è degno di essere letto. Solo i silenzi possono veramente essere ascoltati.
Il conflitto e confronto del teatro elisabettiano con le forme espressive della Napoli barocca sono i presupposti per l’invenzione di una sinfonia del dire specchiata in significati e ritmi che tendono alla sospensione assoluta di una storia nel tempo. La menzogna, l’indimostrabilità, la falsificazione dei fatti come gesto eversivo in grado di estendere i confini della verità sono in questa scrittura le luci che affermano e negano ogni cosa. Dopo tutto l’arte somiglia alla ricerca di prove che dimostrino eventi mai accaduti. Forse.
Ruggero Cappuccio