“LA SCENA SEGRETA” anno I Teatro Verdi Salerno (2003)

“La Scena Segreta” anno I
Un progetto di Ruggero Cappuccio

TEATRO VERDI
Salerno
stagione 2003

La scrittura. Il Cinema. Il Teatro. Sono queste le tre coordinate intorno alle quali ruota il progetto di Ruggero Cappuccio. La letteratura dei segni, la letteratura delle immagini e quella dei suoni, hanno lasciato esplodere in tutto l’arco del Novecento una vitalità necessariamente scambievole. Grandi autori cinematografici come Visconti hanno incontrato maestri della narrazione come Thomas Mann o Lampedusa. Indimenticabili creatori d’arte come Pier Paolo Pasolini hanno raccontato in pellicola i miti intramontabili della classicità, come Medea, affidandone la personificazione fantasmatica a una sorta di divinità appartenente al melodramma italiano e mondiale: Maria Callas. L’invenzione del romanzo si è declinata nelle mille variazioni delle sceneggiature cinematografiche: il Pasticciaccio di Gadda ha incontrato il talento di Pietro Germi, Moravia , James, Dumas, Sciascia, Dostoevski, Fruttero e Lucentini, Puskin, non hanno smesso di inseguirsi tra scritture, saggi, cinematografo e palcoscenico creando un gioco di specchi teso a velare e svelare segreti, innescando lo scontro e lo sviluppo di antiche lingue e nuovi linguaggi. Gli scrittori sono divenuti anche sceneggiatori. Gli sceneggiatori sono divenuti anche scrittori. I grandi romanzieri spariti da più secoli sono diventati, a loro insaputa, soggettisti mirabili, dialoghisti modernissimi e insuperati. I sistemi espressivi del racconto scritto sono stati rimodulati attraverso il racconto visivo, in una moltiplicazione di possibilità comunicative destinate a dilatare i confini stessi del concetto di letteratura.
La Scena Segreta allinea nella sua prima edizione-esperimento, nove azioni teatrali, nove film e nove interventi dialogati attuati da scrittori, registi, politici, specialisti universitari. Titoli di prosa e titoli in pellicola sono associati per somiglianza, per opposizioni o più spesso per estensione di concetto. Così le stanze messe in scena dai Motus trovano nel Tornatore di “Una Pura formalità” l’idea della camera come luogo chiuso in cui si apre l’impossibile. Il progetto si completa con la proposta di tre laboratori di perfezionamento mirati alle giovani generazioni teatrali, attraverso la collaborazione con l’Università di Salerno. Gli interventi di Sergio Cofferati sul tema dell’evoluzione storica del lavoro nelle fabbriche italiane e di Massimo Brutti ex presidente della Commissione Antimafia in Italia, testimoniano un’accensione di stimoli estetici e politici insieme, elevando il conflitto critico e sociale nel corpo dell’Arte: la sfera che sola può veramente accompagnare e determinare lo sviluppo intellettuale dell’individuo; la sfera che, sola, registra per sempre debolezze e pregi di uno Stato e di una Società quando essi sono mutati, spariti, o quando hanno bisogno di ritrovare una radicale sintassi della memoria.

TEATRO SEGRETO

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