FAUST o COPPI (2001)

ASSOCIAZIONE CULTURALE TEATRO SEGRETO
Direzione Artistica RUGGERO CAPPUCCIO

presenta

“Faust – o – Coppi”
di
Claudio Di Palma

con
Ciro Damiano
Claudio Di Palma

Regia di
Claudio Di Palma

Musiche
Paolo Vivaldi
Costumi
Claudio Di Palma

Lo sport, come il teatro, ci concede l’incanto di figure che incarnano un sogno di dominio passionale e astratto, dominio sulla natura con la magia o la tecnica; un sogno che si consacra nella solitudine, nella ricerca di una solitudine dell’estremo che la fuga di un uomo al comando della corsa o lo snaturato egocentrismo di un mago interpretano nel rifiuto del limite. Il viaggio di conquista della giovinezza eterna o dell’Aubisque ha la cadenza di un verso o la ritmica leggerezza di una danza sui pedali . E l’ispirazione può giungere dal fascino di un velo di donna, “da uno scialle preso al suo petto”, da una mantella bianca che appare al traguardo. Allora l’allucinazione, la visione, travolge e l’impresa diviene mitica, indimenticata; ma tra raccapriccio e gioia, rammarico e furore si consuma la fine. Raggi e corone si sovrappongono a segni magici, vapori sulfurei si versano in borracce chimiche e il corpo dell’eroe svanisce, lasciando la poesia del suo gesto ad un istinto sognatore. Questi elementi di apparentamento poetico tra miti distanti, nella messa in scena ” Faust – o – Coppi “sono contraddetti da una opposizione che ingoia il protagonista in una alternanza di identificazioni contrastanti, o coincidenti in modo surreale. Egli confonde il Brocken e il Tourmalet, Mefistofele e Cavanna, Margherita e la Dama Bianca, così, giocando tra valori oppositivi, si delinea un interrogativo: Faust o Coppi? La conoscenza per via di poteri sovrannaturali? O lo stile dell’azione fisica come unico strumento del sapere. Una donna per salire al cielo o per crollare nella polvere? L’anima, venduta al diavolo, di Faust? Oppure i paesaggi mutevoli dell’anima che lo sterno sgraziato di Coppi fendeva con inspiegabile eleganza. Nel tragicomico delirio l’attore imbocca una salita, al 15%, si inarca sul sellino e si fa largo tra bruni monti, un velo di nebbia e gocce di sudore, cercando opportunisticamente un traino, cercando, magari, di prendere la ruota a Faust – o – Coppi.

Claudio Di Palma